E’ una pratica molto comune da molto tempo: eseguita di prassi sino a qualche tempo fa ma ancora molto consigliata. Circa questa pratica si è espressa anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dando alcune direttive.
La Guida pratica dell’assistenza al parto fisiologico
Nel 1996, dopo attenta osservazione di quelle che erano le procedure mediche più seguite nel dare assistenza al parto naturale, esperti di tutto il mondo si sono riuniti e hanno dato vita a questo documento che ha, in un certo senso, rivoluzionato il modo di agire e di pensare di molti ginecologi e ostetriche. Quali sono alcune di queste procedure evidenziate come inutili?
Procedure inutili
Fra le tante elencate, ne esiste una che trova ancora riscontro tra i consigli offerti dai ginecologi di tutto il mondo: il clistere. In cosa consiste ed è necessario o no?
In cosa consiste il clistere
Il clistere è a forma di pompetta che serve a svuotare l’ano. Solitamente vengono effettuati per scopi diagnostici, motivi medici o nell’ambito di terapie. In questo caso viene consigliato di farlo in prossimità del parto per svuotare l’intestino in modo che sia completamente libero al momento del parto. La fuoriuscita del bambino premendo sulle pareti intestinali provocherebbe, nel caso in cui non ci si fosse liberati in precedente, anche la fuoriuscita dell’elemento fecale.
E’ necessario il clistere?
Secondo la Guida pratica all’assistenza al parto fisiologico non lo è. La ragione? Perché durante il travaglio ci si libera spontaneamente senza bisogno di un aiuto. Nella maggioranza dei casi succede così. In molte donne il clistere causa disagio, prurito e molte non desiderano sottoporsi a questa procedura.
Ma che dire se soffriamo di una forte stitichezza? Il medico potrebbe valutare che, in caso di un’eccessiva presenza di feci nell’intestino, potrebbe essere consigliato un clistere. Quindi la procedura raccomandata è: non si effettua semplicemente per prassi in quanto non necessario, piuttosto si può valutare al momento del parto durante il travaglio.
Un’ultima riflessione
La mamma deve sapere che, se anche durante la fuoriuscita del bambino, uscirà del materiale fecale, non c’è possibilità di contaminazione: quindi il neonato non può prendere infezioni.
Tuttavia potrebbe esserci un risvolto psicologico che potrebbe generare un forte stress. Alcune donne, al solo pensiero che le feci escano insieme al bambino, potrebbero sentirsi in forte disagio tanto da impedire loro di vivere quel momento in modo sereno. A questo punto il medico farà bene a valutare lo stato emotivo della donna e prendere insieme a lei la decisione più giusta nel rispetto della sua personalità.
Leggi anche: Stai per partorire? L’OMS ha detto STOP a certe tecniche: scopri quali!