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Giornata mondiale contro lo sfruttamento minorile: un piccolo gesto, un grande aiuto

Il lontano 20 novembre 1959, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, approvava la ‘Dichiarazione dei diritti del Fanciullo‘. In 10 punti, venivano esemplificati dei concetti fondamentali per la tutela dell’infanzia. I paesi membri dovrebbero impegnarsi moralmente a far rispettare queste direttive.

Purtroppo, però, c’è ancora molta strada da fare. I bambini, soprattutto nei paesi più poveri del mondo, vivono in condizioni di vita assolutamente non accettabili. Anche i diritti basilari, quali la cura del benessere fisico e l’istruzione, sono spesso negati.

In occasione della Giornata Mondiale contro lo sfruttamento minorile, dello scorso 12 giugno, vorremmo ricordare uno dei principi della Dichiarazione, il nono.

il fanciullo deve essere protetto contro ogni forma di negligenza, di crudeltà o di sfruttamento minorile. Egli non deve essere sottoposto a nessuna forma di tratta. Il fanciullo non deve essere inserito nell’attività produttiva prima di aver raggiunto un’età minima adatta. In nessun caso deve essere costretto o autorizzato ad assumere un’occupazione o un impiego che nuocciano alla sua salute o che ostacolino il suo sviluppo fisico, mentale, o morale.

Alla Dichiarazione dei diritti del Fanciullo segue nel 1989 la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Attraverso 54 articoli, si definiscono dettagliatamente le linee guida per la completa tutela di ogni bambino e bambina del mondo.

La violazione dei diritti dei bambini non si limita al lavoro. Lo sfruttamento minorile ha molte sfaccettature. Per comprendere meglio la portata del fenomeno, cito direttamente uno stralcio di testo preso dal sito di ActionAid, una delle più importanti associazioni dedicate alla tutela dell’infanzia.

Si parla di sfruttamento quando un bambino deve lasciare la scuola per dare una mano a casa. Quando una bambina diventa vittima di violenza, anche sessuale. Quando una bambina viene data in sposa giovanissima per ripagare un debito o togliere una bocca da sfamare. E si parla di sfruttamento quando un bambino o una bambina sono costretti a lavorare.

I dati non sono per niente incoraggianti. Sono 168 milioni i bambini costretti a lavorare. Alcune zone del mondo, soprattutto in Africa e in Asia sono lontanissime dal raggiungimento degli standard minimi di tutela dell’infanzia. I grafici di ActionAid sono tristemente allarmanti.

Le crisi economiche degli ultimi decenni hanno riportato anche i paesi più ricchi in una situazione di difficoltà. La povertà con le sue conseguenze è tornata a farsi sentire prepotentemente anche in Italia. La cronaca riporta casi di bambini sfruttati, malnutriti e non riceventi le cure necessarie. Insomma, invece di migliorare le condizioni di vita si sta tornando indietro.

Il prezioso contributo di ActionAid alla causa della tutela dei minori di ogni paese del mondo è impagabile. Un’adozione a distanza è un gesto di umanità per cui si semina poco e si raccoglie molto. Con soli 25 € al mese si può avere la gioia di aiutare un bimbo a crescere dignitosamente.

Grazie al nostro piccolo sacrificio una bambina o un bambino potrà ricevere istruzione, cure, vaccini e tutto il necessario per godersi la sua infanzia anche tra le difficoltà. Regalare semplicemente la possibilità di giocare non ha prezzo e ognuno di noi può fare qualcosa.

Io e Alessandro siamo genitori di due bimbe, Alice e Susanna. Parliamoci chiaramente, fare dei figli, sta diventando un lusso anche per noi, uomini e donne dei cosiddetti paesi ricchi. E l’Italia, purtroppo, non è più un paese ricco.

Mettere al mondo dei figli ha dei costi elevati ancor prima della nascita. A mio parere, le responsabilità di un genitore iniziano con il concepimento. Da quel momento in poi, un bambino ha già il diritto di essere curato nel migliore dei modi.

La crescita di un figlio va seguita a 360 gradi, sempre. A parole sembra facile ma nella pratica può divenire anche molto difficile, soprattutto per colpa di una quasi totale mancanza di supporti economici alle famiglie.

E’ tutto vero e un genitore rinuncerebbe a tutto per i figli. Ma avete mai pensato davvero a chi non ha nulla? A chi non può neanche scegliere di rinunciare, perché non possiede niente?

Il discorso è chiaramente molto complesso e sarebbe sciocco e riduttivo parlarne in termini semplicistici. Tuttavia una breve riflessione è doverosa. Una famiglia ‘normale’ che pur tra qualche difficoltà riesce a crescere dei figli, davvero non può rinunciare a meno di 1€ al giorno?

La risposta, concedetemelo, la darò io ed è: sì può rinunciarci. Noi lo facciamo già da qualche anno e il bilancio familiare riusciamo a farlo quadrare anche con 25€ in meno al mese. Gli aiuti economici alle organizzazioni umanitarie sono una cosa a cui abbiamo sempre creduto.

Ci sembra il contributo minimo da dare a dei bimbi che neanche per un giorno hanno conosciuto il benessere in cui vivono le nostre due principesse e che invece giustamente meriterebbero. I bambini oltre ad essere figli dei loro genitori dovrebbero essere figli dell’umanità che sarebbe ora imparasse a prendersene cura davvero.

 

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MM1982