I terribili 2 anni: come gestire crisi di rabbia e capricci dei bambini

Avere dei bambini di due anni è come convivere con delle bombe ad orologeria. All’improvviso scoppiano in lacrime inconsolabili o hanno attacchi di rabbia. Gettano in terra ogni cosa gli capiti a tiro e gridano come aquile.

Se state vivendo tutto questo con i vostri figli allora siete i benvenuti del ‘meraviglioso’ periodo dei ‘terribili due anni‘ o ‘terrible twos‘. La bella notizia è che questa fase di difficile gestione è normale e comune a tutti i bimbi e che passerà.

In questo periodo i bambini imparano a conoscere il mondo ed il compito dei genitori è di aiutarli a districarsi fra le tante novità che dovranno affrontare. Se mamma e papà sapranno tenere duro non solo avranno dei figli ben educati ma riusciranno a creare anche un bellissimo rapporto.

Ma cosa succede ai bambini tra i 18 mesi e i 3 anni? Andiamo a vedere le peculiarità principali di questo periodo di crescita.

I terribili 2 anni: caratteristiche comportamentali dei bambini

  • I NO – in questo periodo i bambini sembrano ribellarsi a tutto. E lo fanno dicendo ‘no’ ad ogni cosa, spesso anche a proposte di attività che solitamente sono gradite.
  • I CAPRICCI – dai 18 mesi in poi, i bimbi cercano di conquistare la loro indipendenza. Il cambio, il bagnetto, i pasti e tutte i vari doveri che dovranno affrontare, saranno accompagnati inevitabilmente dai capricci.
  • I PIANTI e le URLA – in questa fase della vita i piccoli scoprono le emozioni, negative e positive. Spesso scoppiano in lacrime oppure dal nulla tirano fuori urla assordanti. Ancora non sanno gestire le sensazioni provate e non sanno spiegarle. Si sentono frustrati e reagiscono con una forza incomprensibile agli occhi degli adulti.
  • La RABBIA – la smania di indipendenza e le frustrazioni che subiscono per non riuscire a fare o ottenere qualcosa può sfociare in atti di rabbia. Gettare o tirare oggetti in terra, scalciare, buttarsi in terra e avere comportamenti aggressivi sono classici comportamenti di incapacità di gestire alcuni sentimenti.

I terribili 2 anni: come affrontarli educando i bambini alle emozioni

  • Le REGOLE – devono essere poche e chiare. Sarebbe poco produttivo pretendere che i bimbi rispettino troppi divieti. Servono elasticità e pazienza in tutte le situazioni che lo permettono e fermezza al bisogno. Educare un figlio è complesso ma molto dipende dal nostro atteggiamento. Dare il buon esempio è fondamentale perché i piccoli imitano ogni gesto e comportamento dei genitori. Scegliere accuratamente le regole che saranno sempre inderogabili e non cedere, mai, alla pressione dei capricci e dei pianti. Spiegare, sempre, e con parole semplici il perché si deve fare o non fare una determinata cosa.
  • I SENTIMENTI – i bambini iniziano a scoprire le emozioni intorno ai 18 mesi ma non sanno denominarle, riconoscerle e spiegarle. La padronanza del linguaggio è una conquista ancora lontana e i genitori devono essere degli ‘interpreti’ dei sentimenti dei propri figli. A questa età non hanno filtri e ogni sensazione è vissuta con pienezza. Quando si arrabbiano sono incontenibili e lo stesso avviene quando sono molto eccitati per la gioia. Spesso basta lasciarli ‘soli’ in attesa che passi. A volte può essere utile intervenire con dolcezza. Un semplice abbraccio può fare miracoli. Non commettere mai l’errore di sottovalutare a parole le loro emozioni. E’ molto meglio spiegargli cosa stanno provando e mostrarsi comprensivi. I bambini in questo periodo cercano indipendenza ma nello stesso tempo hanno bisogno di protezione. Mamma e papà sono il loro porto sicuro e a loro chiedono conforto, comprensione e aiuto.
  • L’AUTONOMIA  – dopo aver trascorso più di un anno in simbiosi con la mamma i piccoli iniziano a capire che sono entità separate da lei. Da qui in poi cominciano a cercare di essere autonomi. Vogliono mangiare da soli, lavarsi e vestirsi da soli, camminare senza dare la mano ai genitori… E’ fondamentale rispettare e assecondare, nei limiti, le loro richieste. Servirà a farli crescere sicuri di sé. E’ altrettanto importante essere sempre presenti qualora avessero bisogno di un aiuto, anche semplicemente per terminare un gioco. Mamma e papà non devono intromettersi nelle attività del proprio figlio ma lui o lei devono sapere che ci sono e ci saranno sempre.

Si educa molto con quello che si dice,
ancor più con quel che si fa,
molto più con quel che si è.
Sant’Ignazio

I terribili due anni sono una fase complessa sia dal punto di vista emotivo che da quello pratico. La mamma è spesso il bersaglio principale degli atti di ribellione perché è principalmente da lei che il bambino deve distaccarsi.

La mamma può sentirsi molto stressata in questo periodo, perché i bambini richiedono moltissime attenzioni. La stanchezza può far perdere la pazienza e la serenità. Personalmente, avendo due bimbe piccole, mi sono data delle regole per sentirmi bene con me stessa e dare il meglio come mamma.

E’ difficile accettare l’allontanamento ma non bisogna cadere nella trappola del soffocamento e dell’eccessivo controllo. E’ un dovere dei genitori dare ai figli gli strumenti psicologici giusti per crescere bene.

Sono dell’idea che l’egoismo non può e non deve essere accettato né da una mamma né da un papà. Di fronte ai capricci chiediamoci sempre se noi grandi ci stiamo comportando nel modo giusto. Mettiamoci in discussione e agiamo con sicurezza e coscienza.

Un genitore sbaglia, non è un dramma. Ma deve chiedere scusa. Solo così potrà insegnare ad un bambino il rispetto. E’ difficile restare calmi di fronte ad ogni capriccio. L’importante è essere consapevoli che siamo noi genitori il punto di riferimento. Siamo noi a dover ristabilire la tranquillità e l’equilibrio.

E’ un duro lavoro, il più difficile di tutti ma essere genitore è meraviglioso. Significa donare ogni cosa di sé al propri figlio. Niente di più grande e importante si può fare nella vita. E quindi facciamolo bene.

 

La mia esperienza con i terribili due anni di Alice

Ho due bambine e la più grande, Alice, ha da poco superato i due anni. Questo articolo nasce proprio in seguito alle difficoltà che io e mio marito abbiamo riscontrato nella gestione della gnoma. Fino ai due anni sembrava tutto facile. Ci ascoltava, dormiva nel suo letto, mangiava quello che le preparavo…

Poi è finita la pacchia, perché ha scoperto i capricci. Ormai ogni cosa è una lotta di potere. Ci sono giornate più serene e altre nelle quali si arriva alla sera con i capelli dritti. Fino a due mesi fa, il bagnetto era una tragedia. Non voleva farlo e urlava tutto il tempo. Ora, invece, urla perché non vuole più uscire dalla vaschetta.

Ci sono correnti di pensiero sull’educazione che sostengono che i capricci non esistono. In effetti, non hanno tutti i torti. Con molto tempo a disposizione e tanta, tanta ma davvero tanta pazienza i nostri figli non piangerebbero mai.

Purtroppo, però, il tempo spesso è poco, perché la mattina ci si deve vestire entro una certa ora e non possiamo arrivare a pranzo in pigiama. Perché bisogna lavarsi, mangiare, pettinarsi e via dicendo. Perché mamma e papà ce la mettono tutta per stare con Alice ma poi devono anche andare a lavorare, gestire la casa…

Insomma i bimbi pretendono moltissima attenzione ed è meraviglioso potergliela dare. Ma siamo sicuri che vadano assecondati sempre? Secondo il mio punto di vista è necessario che imparino ad essere autonomi.

Con Alice cerco sempre di essere molto chiara e di prepararla sui programmi della giornata o anche solo della prossima ora. Quando stiamo insieme le dedico sempre del tempo per giocare. Mi faccio aiutare in piccole faccende domestiche perché lei ci tiene molto. E poi le spiego che per un po’ dovrà giocare da sola perché mamma ha da fare.

La sincerità finora non mi ha mai tradito. Lei capisce le mie esigenze e tutto fila liscio. Certo in alcuni momenti sono io a dover attendere i suoi tempi e a rispettare i suoi spazi. Ma il rispetto è la base di ogni rapporto, anche tra genitori e figli. Se deve fare il bagnetto le propongo di scegliere: “Alice vuoi farlo subito o dopo aver disegnato?” Lei fa la sua scelta ed accetta più volentieri anche i doveri.

E’ un tira e molla continuo, a volte snervante ma è una fase importante della crescita. La ribellione serve a farle prendere coscienza di se stessa e non sarebbe normale se mi dicesse sempre di sì. La brutta notizia, per me, è che a breve questa fase inizierà anche per la piccola Susanna e allora sì che sarò definitivamente esaurita.

E voi come avete affrontato ‘i terribili due anni‘?

Se volete confrontarvi con altre mamme sulle difficoltà di alcuni fasi della crescita dei vostri figli, vi aspetto sulla pagina Facebook di MestiereMamma o sul gruppo Le Mamme di MestiereMamma.

 

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MM1982