Parto cesareo e parto naturale: le differenze, i pro e i contro

La gravidanza non è solamente qualcosa di fisiologico che serve a far crescere il feto. E’ molto di più. Nove mesi sembrano molti ma in realtà sono il tempo necessario per far sì che una donna impari a riconoscersi come madre. Una vita cresce dentro di noi. E noi cresciamo insieme a nostro figlio. Giorno per giorno cercheremo di immaginare come sarà sentirlo piangere per la prima volta. Come sarà stringerlo a noi. Come sarà il suo viso. Come sarà ogni cosa di lui e della nostra nuova vita da mamma.

Insomma, durante il periodo gestazionale è normale fantasticare, cercando di visualizzare il momento più bello della vita: la nascita di un figlio.

Ed è ancora più normale che le emozioni siano contrastanti. Si può passare dai pensieri più dolci e sereni ad essere crucciate per mille motivi. Di solito, le principali preoccupazioni di una futura mamma sono riassumibili in tre domande frequenti:

  • andrà tutto bene?
  • il mio cucciolo sarà sano?
  • come sarà il parto?
  • parto cesareo e parto naturale. Quale farò?

Purtroppo le prime due domande non hanno delle risposte certe. Si possono prendere delle precauzioni, per stare più tranquilli. Ho parlato di questo nell’articolo dedicato a come scegliere dove partorire. Tuttavia, potrebbero sempre esserci degli imprevisti.

Arriviamo al quesito che rovina il sonno di molte future mamma, soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza. Il parto. Oh mio Dio!

Soffrirò? Durerà molto il travaglio? Ma soprattutto, farò un parto naturale o un cesareo?

Questa volta iniziamo dalle belle notizie: in qualsiasi modo partorirete sarà un successo. Vivrete il momento più intenso della vostra vita. Vedrete il vostro più grande amore. Tutto il resto passerà.

Il post parto in breve tempo diverrà solo un brutto o un bel ricordo. Ho menzionato anche la parola ‘brutto’ perché qualche problemino, in tutta sincerità, potreste averlo. Se volete essere preparate anche a questo leggete l’articolo su come superare i giorni successivi al parto.

Riguardo la tipologia di parto posso dire, mio malgrado, di essere un pochino esperta. Me li sono fatti entrambi. Parto naturale per la nascita di Alice e parto cesareo per Susanna.

Ed eccomi qui a raccontarvi la mia esperienza, cercando di darvi informazioni reali e di aiuto per arrivare preparate al giorno della nascita di vostro figlio o figlia.

Parto cesareo e parto naturale a confronto: tutto quello che devi sapere per affrontarli serenamente

 

Parto Naturale

Come ho anticipato, il primo parto che ho affrontato è stato naturale. Alice è nata dopo circa 10 re di travaglio e dunque non posso proprio lamentarmi. Ma vorrei raccontarvi un po’ di passaggi.

  • Rottura del sacco amniotico – non sempre avviene ma è indipendente dall’inizio del travaglio. Potrà esserci una fuoriuscita importante di liquido oppure delle piccole perdite che potreste confondere con della pipì (se le acque sono chiare avete il tempo di prepararvi con calma per andare in ospedale. Se sono gialle o verdi dovete correre nella struttura più vicina).
  • Contrazioni – il travaglio ha inizio quando la pancia si indurisce a tal punto da sembrare marmorea. Fin quando non sono regolari nel tempo conviene restare a casa onde evitare di non essere accolte in ospedale.
  • Respirare – mantenere la calma ed essere concentrate è molto importante quando il travaglio inizierà davvero. Frequentare un corso pre-parto è, a parer mio, fondamentale.
  • Anestesia epidurale – se non siete certe di volerla fare vi consiglio almeno di fare la visita. Se il travaglio dura molto può essere davvero utile l’anestesia per non arrivare stremate. Consiste nell’inserimento di un ago con catetere. Non si sente nessun dolore perché viene effettuata una piccola analgesia locale. Le contrazioni le sentirete ugualmente ma non saranno dolorose.
  • Espulsione – le spinte finali non saranno molte rispetto alle contrazioni del travaglio (a meno che non ci siano complicazioni sulla posizione del bambino). Le ostetriche e il ginecologo vi aiuteranno a dare il meglio di voi e finalmente sentirete piangerlo. Siete mamme!
  • Secondamento – finita la fase espulsiva e il taglio del cordone si deve attendere l’espletamento della placenta. Se è stata effettuata l’episiotomia verranno messi dei punti. Di solito non sono molti e non danno fastidio. Cadranno da soli entro 15 giorni.
  • Stabilizzazione – dopo circa un’ora dalparto tornerete in stanza e se il travaglio non è stato troppo impegnativo potrete alzarvi in breve tempo. Attenzione ai giramenti di testa e al cedimento delle gambe.
  • Ripresa – possono esserci delle complicazioni dopo un parto naturale. Ematomi causati dalla posizione del bambino. Punti che tirano. Costole doloranti a seguito della spinta data dal ginecologo per facilitare l’espulsione. Tuttavia, il recupero sarà sempre più breve rispetto ad un cesareo.

Parto Cesareo

La mia seconda figlia è nata con parto cesareo. Purtroppo ho rotto il sacco alla 35esima settimana. Sono entrata in travaglio e avrei fatto un parto naturale ma Susanna era troppo piccola e non poteva subire uno stress così impegnativo. E alla fine le dottoresse hanno deciso di procedere con un cesareo d’urgenza. Nella maggior parte dei casi, ormai, il cesareo è programmato e le mamme hanno tutto il tempo per prepararsi psicologicamente. Vediamo le fasi di un parto cesareo.

  • Anestesia – ormai anche per il cesareo si usa l’epurale-spinale. I farmaci iniettati sono più forti rispetto all’epidurale classica per consentire l’addormentamento di tutta la parte inferiore del corpo.
  • Durata – il taglio vero e proprio  dura pochissimi secondi. L’espulsione è ovviamente molto più veloce a confronto con un parto naturale.
  • Cesareo dolce – molte strutture hanno iniziato questa procedura che consiste nel dare il neonato alla mamma immediatamente dopo il taglio. In pratica sarà come dopo un parto naturale. Anche i papà possono assistere al cesareo e la mamma può attaccare il bimbo al seno fin da subito.
  • Conclusione – i medici procederanno all’asportazione della placenta per poi passare alla sutura del taglio.
  • Stabilizzazione – dopo meno di un’ora si torna in stanza. Dovranno passare un po’ di ore prima che ci si possa alzare. Tuttavia massimo il giorno dopo si potrà anche andare in bagno.
  • Ripresa – i tempi di ripresa sono leggermente più lunghi rispetto al parto naturale. Solitamente il secondo giorno è il più difficile perché i dolori della ferita si faranno sentire. Fortunatamente hanno inventato gli antidolorifici. Dopo otto giorni, si torna in ospedale per togliere i punti. Passati i primi 10 giorni anche i movimenti diverranno più naturali e nel giro di un mese tutto sarà passato.

A meno che non abbiate un parto cesareo programmato, la nascita di un figlio è sempre una sorpresa. Nessun corso e nessun ginecologo potrà mai prevedere cosa accadrà davvero. Sappiate che la forza di una donna può superare limiti sconfinati quando sta dando alla luce la sua piccola principessa o il suo principe azzurro. Qualunque parto vi aspetti, anche la sofferenza non durerà per più di 10-15 giorni. E vi assicuro che nessun dolore scalfirà la felicità di avere vostro figlio tra le braccia.

Se volete raccontare il vostro parto e condividere con noi le sensazioni che lo hanno accompagnato, vi aspetto sul gruppo Le Mamme di MestiereMamme o sulla pagina Facebook di MestiereMamma.

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MM1982