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Resilienza vs Resistenza: intervista a Luca Mazzucchelli – AUDIO 1/4


Chiacchierare e fare domande ad un professionista che stimi: fatto ✔

In questi giorni ho avuto l’opportunità di intervistare Luca Mazzucchelli, uno degli psicologi più seguiti del web italiano. E’ stata una bella opportunità di affrontare tematiche che mi e ci stanno a cuore, dando risalto agli argomenti che ogni giorno sono oggetto di accorati post e discussioni sul gruppo Facebook Le Mamme di MestiereMamma. In qualche modo ho cercato di portare a Luca le “richieste d’aiuto” e di supporto che ogni giorno palesate sul gruppo e ne sono nati spunti molto interessanti che vi voglio sintetizzare in tre articoli che pubblicherò in questi giorni (questo è il primo).

Luca ha da poco pubblicato il suo libro Fattore1percento, in cui ci dà dritte pratiche e consigli su come migliorare un po’ alla volta noi stessi mettendo in atto abitudini per noi salutari. Per questo mi perdonerà se farò quattro puntate della sua intervista: le tematiche emerse sono molto interessanti e meritano secondo il mio punto di vista un approfondimento specifico. La verità è anche che da mamma, in inverno, si passa da una febbre ad un’altra e non riesco a mettermi a lavorare come si dovrebbe. Insomma ho deciso di mettere in pratica subito il suo consiglio, facendo un po’ alla volta.

Se preferisci, ascolta l’intervista a Luca Mazzucchelli, altrimenti continua a leggere per la versione testuale.


Un concetto molto importante che emerge nel libro e dal quale sono voluta partire è quello dell’80% contro il 20%. In sintesi: la vita è composta dal 20% dalle cose che ci accadono, mentre l’80% è il come noi siamo in grado di accogliere gli eventi. Questo va a nozze con un concetto che in questo periodo è molto di moda: ovvero la resilienza. Nel mondo di noi mamme molto spesso si tende a confondere la resilienza, la capacità di reagire positivamente agli eventi della vita, con la passività. Ma come fare per evitare di cadere nella trappola mortale del subire senza avere la forza di reagire alle mille difficoltà di tutti i giorni?

L: “Sono d’accordo, queste mamme confondono la resilienza con la resistenza. Si finisce per chiudersi nell’angolo in attesa che finisca il momento no. Son diverse le risposte che si possono dare a questa domanda.

  1. Avere una “paura” sana: dobbiamo avere paura, c’è una sana paura che dobbiamo tutti imparare a coltivare. La paura se è eccessiva diventa paralizzante e ci porta a non fare nulla, quella amica è quella che ci segnala che c’è qualcosa da sistemare. Una di queste è il fatto che i figli crescano male: quella è una paura amica che invece di venire soffocata va assecondata, dovremmo entrare in contatto con questi timori ed affrontarli.
  2. Pensiamo a noi come causa delle cose che ci succedono: dobbiamo abituarci a pensare a noi come causa e non effetto delle cose che non vanno come vorremmo. Durante la nostra quotidianità ci scontriamo con cose che vanno diversamente da come le avremmo volute, soprattutto da genitori: le note, i capricci, i momenti di tensione in casa, di fronte a queste cose si è di fronte ad un bivio, ad una scelta. Puoi essere causa o effetto: se ti consideri effetto pensi “mio figlio non ce la fa, non ci arriva”. E’ una cosa che noto molto negli insegnanti: molto spesso mi capita, soprattutto con il mio figlio grande. Spesso gli insegnanti come noi genitori possono considerarsi anch’essi causa o effetto del bambino: se un bimbo fa casino è perché è matto o la famiglia non lo supporta abbastanza. In caso contrario, ci si considera causa e ci si mette in discussione: cosa posso fare io di diverso per facilitarlo in questa cosa? Vale per gli insegnanti ma vale anche per noi genitori: dobbiamo pertanto prenderci carico, assumerci la responsabilità noi del cambiamento del bambino. Questo forse non è l’approccio più vero ma è l’approccio più utile. Forse è vero che quella famiglia è un colabrodo ed il bambino ha delle difficoltà oggettive. Ma se penso questa cosa, è lui che deve cambiare: game over, partita finita. Se invece parto dalle mie responsabilità, posso approcciarmi con quel bambino in un modo differente, in un modo più paziente, spiegargli le cose in maniera più chiara o usando altre parole. Vedrai che se tu cambi, i bambini cambiano con te. Con il mio  partner posso rovare regole e abitudini diverse, cercare un equilibrio differente ed essere fermo su certi aspetti e contrattare più su altri. Tutto parte da un’assunzione di responsabilità, la scelta della resilienza è una decisione. La resistenza non lo è.
  3. Impariamo a gestire meglio il tempo: dobbiamo spostarci dal concetto di gestione del tempo al concetto della gestione delle energie. Da “Quanto tempo sto con mio figlio?” a “Come passo il tempo che dedico a mio figlio?”. Posso stare tutto il giorno al parco con mio figlio ma guardare tutto il tempo il cellulare. Posso starci mezz’ora al giorno e le mie energie sono tutte concentrate lì, sono molto connesso con mio figlio. La resistenza parte da un concetto che non è quello dell’energia, non trasmetti energia se sei chiuso nell’angolo e cerchi di incassare meno possibile. La resilienza è invece una reazione”.

Sono mamma da 4 anni e poco più e sono rimasta strabiliata quando Luca ha scelto di usare proprio il verbo ‘resistere’. Dopo la nascita della mia seconda figlia a solo 15 mesi di distanza dalla prima, ho avuto dei mesi durante i quali avevo solo la sensazione di resistere. Resistevo alla stanchezza, al sonno, alle mille incombenze. Mi sentivo una sorta di donna robot. Poi ho capito che la resistenza è insostenibile per un solo imprescindibile motivo: non è giusta. Essere mamma è un ruolo troppo importante e immensamente bello per sprecarlo solo a resistere. E così ho cominciato a rivedere le mie abitudini pratiche e i miei tabù mentali e nel giro di qualche mese ho smesso di resistere ed ho cominciato a saper essere serenamente resiliente. In questo percorso di ricerca di un nuovo equilibrio mi sono imbattuta in Luca Mazzucchelli e il suo libro è un importante tassello della ritrovata stabilità.

Spero che anche per voi potrà essere lo stesso.

Ascolta la prima parte dell’intervista a Luca Mazzucchelli

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