Centro nascita e pediatra: due scelte fondamentali per i genitori

Diventare genitori è un percorso che, a rigor di logica, dovrebbe iniziare prima ancora di concepire. La modernità ci ha portato alcuni svantaggi ma ci ha donato anche la possibilità di essere persone più istruite. Ormai con il semplice uso di un cellulare si può, più o meno, conoscere una serie infinita di informazioni. Ovviamente le fonti sono importanti e per questo alla fine dell’articolo troverete una ‘bibliografia’ di siti a cui attingo per essere certa di avere risposte veritiere e approfondite.

Anche la medicina, prima appannaggio solo di pochi eletti, è divenuta una scienza più vicina alle persone. Ognuno di noi, con un piccolo impegno, può farsi spiegare e capire ogni procedura medica. Insomma, ad oggi, credo sia davvero impossibile affrontare la gravidanza e la maternità con l’approssimazione che c’era una volta.

Sì è vero, le nostre nonne si facevano meno problemi. Mangiavano tutto, non facevano ecografie, analisi… partorivano a casa e via dicendo. Ok, una volta era una volta. La mortalità infantile nel giro di un secolo è passata da 347 decessi per mille nati vivi a circa 4 per mille. Questi sono dati Istat che si basano su un’età che va da 0 a 5 anni e seppur aggiornati al 2011 mi sembra possano essere rappresentativi delle grandi conquiste fatte dalla medicina e dallo stile di vita generale.

Se alla fine dell”800 i bambini morivano principalmente a causa di malattie infettive, oggi il 72% dei decessi è dovuto a condizioni di origine perinatale (48%) e a malformazioni congenite (24%).

Nel 2011, in Italia, l’85% dei decessi sotto i 5 anni avviene nel primo anno di vita e la metà delle morti si concentra nei primi sette giorni.

Questi dati sono solo la punta dell’iceberg. Poi dovremmo parlare dei decessi della mamma, delle malattie congenite e cromosomiche che ora sono diagnosticabili. E ancora di tutta un serie di anomali e malattie che ora sono facilmente curabili e che invece, una volta, potevano recare gravi danni e perfino il decesso.

Il centro nascita e il pediatra: due scelte che fanno la differenza

Non sono un medico e proprio per questo, non solo evito consigli approssimativi ma soprattutto rispetto sempre la professionalità degli specialisti a cui mi affido. Ed è proprio qui che, come si dice, ‘Casca l’asino’.

Il vero tema di questo articolo è l’importanza dell’informazione e della professionalità soprattutto per due scelte fondamentali della vita di un genitore: il centro nascita e il pediatra.

Ho deciso di trattare questo argomento perché sul gruppo Le mamme di MestiereMamma arrivano moltissimi post dai quali si evince che i neo genitori sono spessissimo mal consigliati o abbandonati al caso.

Questo accade perché anche fra i medici, gli infermieri e perfino le ostetriche ci sono delle evidenti differenze in quanto a professionalità. Con questa parola intendo sia la preparazione tecnica che la predisposizione caratteriale a trattare il paziente.

Spesso, i genitori, non riflettono abbastanza su quanto sia decisivo affidarsi ad un pediatra piuttosto che a un altro. Questo discorso che apparentemente potrebbe sembrare una critica alla categoria del personale medico in toto è invece una dimostrazione di profonda stima.

Alcuni medici e alcuni centri nascita sono migliori, di gran lunga, di altri. Sono migliori perché il personale si impegna di più e quindi è giusto riconoscere questa diversità. A volte sono migliori anche perché hanno strumentazioni più avanzate ma se le hanno è perché le hanno ‘meritate’.

Allora, forse, sarebbe il caso di fare più attenzione quando arriva il momento di fare queste scelte. Vediamo perché il centro nascita e il pediatra sono così importanti.

Quali sono gli aspetti da valutare per la scelta del centro nascita: i problemi comuni delle neo mamme

Troppe mamme partoriscono senza avere il giusto supporto pratico e psicologico. Sia durante il travaglio che nei giorni successivi di degenza manca quella dolcezza che dovrebbe essere stare alla base di un approccio empatico tra personale ospedaliero e paziente.

Il tema allattamento, per esempio, sta diventando un campo minato. Alcune mamme lamentano un carente aiuto nel far sì che l’allattamento sia ben avviato. Altre si sentono vessate dalla pretesa che il bambino stia h24 con la mamma anche quando quest’ultima non se la sente ancora. Insomma non c’è mai una via di mezzo, o meglio, manca spesso un vero impegno ad entrare in  sintonia con la neo mamma. Tutto è standardizzato, anche le persone. Non si fanno distingui. Se la mamma ha subito un parto più faticoso, se ha fatto un cesareo, se è più debole per vari motivi, se…

Insomma non viene presa in considerazione la diversità tra le persone. Sicuramente, tra le neo mamme, ci saranno anche donne maleducate o egocentriche. Purtroppo, chi ha a che fare con il ‘pubblico’ sa bene che non sempre le persone rispettano il lavoro altrui. Tuttavia, mi sembra strano che così tante mamme siano deluse dal centro nascita senza motivo.

Evidentemente, il divario professionale tra alcune strutture sanitarie ed altre è ancora enorme. Per questo, ritengo sia fondamentale scegliere il luogo dove partorire con attenzione.

Il parto deve essere il tuo più grande successo, non la tua più grande paura.

Jane Weideman

In un mio vecchio articolo ho già affrontato il tema dell’importanza del reparto di neonatologia. Personalmente, credo che ogni ospedale dovrebbe avere gli strumenti per intervenire in caso di complicanze durante il parto ma purtroppo è un’utopia. Così, non ci resta che informarci prima e fare la scelta che riteniamo più opportuna in base alle nostre esigenze ma soprattutto in base all’andamento della gravidanza.

Altri punti dolenti: epidurale e posizioni del travaglio. Nel 2018 esistono ancora ospedali nei quali le donne in travaglio non possono scegliere di fare l’epidurale. L’assenza di dolore, durante il travaglio, è fondamentale per far sì che la mamma respiri meglio e di conseguenza che il bambino possa essere meglio ossigenato. Insomma non è solo questione di dolore ma di benessere generale di mamma e bimbo.

Anche poter scegliere la posizione più comoda per travaglio e parto è importante. Purtroppo, in molte strutture il parto è ancora troppo medicalizzato e le mamme vengono costrette ad assumere sempre la stessa posizione.

A tutto ciò potremmo aggiungere la possibilità di avere il rooming-in. Alcune strutture non lo permettono e altre lo obbligano. Sinceramente credo che dovrebbe poter scegliere la mamma cosa fare. Se si sente stanca deve avere la possibilità di lasciare il bimbo al nido e viceversa. E ancora la possibilità di fare il travaglio dolce, a cui può partecipare anche il papà, il taglio ritardato del cordone, la raccolta del sangue cordonale…

Per tutti questi motivi e per altre sfumature che sicuramente mi saranno sfuggite, la scelta del centro nascita è il primo passo per vivere l’esperienza del parto e della maternità positivamente.

Il pediatra non è solo un medico ma una guida per i genitori

Il titolo del paragrafo è già esplicativo della mia opinione riguardo la figura del pediatra. Per esperienza diretta, so quanto sia importante trovare un punto di riferimento. Essere un buon genitore vuol dire impegnarsi a dare ai nostri figli tutti gli strumenti per crescere bene.

Tra i fattori decisivi si sono anche le cure necessarie e con ciò intendo sia cure mediche che psicologiche. Un bravo pediatra non potrà intervenire direttamente su ogni problematica ma potrà riconoscere eventuali ‘anomalie’ ed indirizzarci ad uno specialista o al centro ospedaliero adatto per i dovuti accertamenti.

Sembrano ovvietà, eppure tantissime mamme si sentono perse di fronte anche ai più banali malanni stagionali. Se poi ci mettessimo a sviscerare gli infiniti dubbi dei genitori e le loro naturali insicurezza, allora troveremmo un vero caos. Anche qui vorrei sottolineare una necessità basilare: l’empatia.

Tra pediatra e genitori deve nascere un rapporto di fiducia e di condivisione di una determinata visione della vita. Anche fra i medici ci sono procedure differenti. Il genitore ha il dovere di rispettare le competenze del medico e quest’ultimo ha il dovere di rispettare le incertezze di mamma e papà.

E’ vero che i genitori tendono a mettere in dubbio troppo i pareri medici ma è anche una realtà che di pediatri davvero competenti, aggiornati, prodighi al loro importantissimo lavoro ce ne sono pochi. Per essere un buon medico credo serva anche il carattere per imporsi laddove un genitore è in balìa di informazioni errate o incomplete. Insomma è anche una questione di responsabilità.

Per fare la scelta giusta, il passaparola e le esperienze altrui possono essere d’aiuto ai futuri genitori. Anche avere due pareri, almeno i primi tempi, può essere una via da seguire. Noi abbiamo seguito i consigli di una mia amica e oltre ad avere scelto il pediatra della ASL di appartenenza, ci siamo affidati ad un medico privato che presta servizio anche in ospedale.

Ovviamente, è un sacrificio economico avere un pediatra privato ma di fronte alla salute dei nostri bambini dobbiamo cercare di affidarci a medici davvero competenti. Per lo stesso motivo credo sia doveroso cambiare il pediatra, che sia pubblico o privato, qualora ci deludesse sulle diagnosi o in caso di poca attenzione verso le richieste di informazioni su vari temi che un genitore potrebbe porre.

Non è semplice capire a chi affidare la salute dei nostri figli. Anche qui le differenze tra medico e medico esistono ed è giusto riconoscerle. Credo che un genitore abbia il dovere e il diritto di trovare nella figura del pediatra un punto di riferimento al quali fidarsi quasi ciecamente.

Insomma il mio consiglio spassionato e sincero, da mamma a mamma è di riflettere bene su queste due scelte. Siamo genitori e non medici. Abbiamo bisogno di essere accompagnati nel difficile compito di crescere i nostri figli nel miglior modo possibile.

Centro nascita e pediatra: siti ufficiali e attendibili in cui cercare informazioni sulla salute dei nostri bambini

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MM1982