I 13 motivi per cui nessuno può permettersi di giudicare una mamma

Questo articolo, dedicato alle fragilità delle mamme di oggi, è figlio di un post del gruppo Le mamme di MestiereMamma. E nasce dalla necessità di spronare le mamme ad essere più empatiche e sensibili alle infinite sfumature della vita.

Quotidianamente, ricevo molti messaggi soprattutto da neo mamme che chiedono consigli pratici ma ancor più spesso rassicurazioni. Dal confronto, sperano di trovare un supporto psicologico e affettuoso che le aiuti a superare tutti quelle situazioni di difficoltà, tipiche della maternità.

Da questo scambio di idee e di esperienze si trae quasi sempre giovamento, perché ormai la solitudine è una costante per la maggior parte delle neo mamme che nel gruppo trovano delle figure a cui appoggiarsi, quasi come a delle sorelle o amiche.

Mamme, aiutiamoci senza giudicare

Purtroppo, ho dovuto constatare che non sempre, noi donne, siamo capaci di avere la giusta sensibilità. Non sappiamo o forse non vogliamo aprire la mente e il cuore verso opinioni e caratteri diversi dai nostri. Soprattutto non capiamo che la quotidianità di ognuna di noi può essere profondamente diversa. Moltissimi fattori vanno presi in considerazione e non sarebbe giusto ed intelligente credere che la nostra esperienza sia universale.

Dunque nella seconda parte dell’articolo troverete una lista di variabili che potrebbero sembrare ovvie ma che invece non lo sono per niente e che fanno la differenza quando si parla di maternità. Diventare mamme non è semplice. Il cambiamento è netto e irreversibile. La maggior parte dei tasselli di questa novità sono meravigliosi da vivere ma altri potrebbero creare dei disagi. Perché negarlo? E soprattutto perché omologare tutte le mamme, solo perché sono mamme?

Le parole dette e ancor più scritte possono diventare macigni se ad ascoltarle sono delle persone che si trovano in difficoltà. La bellezza della vita sta anche nella diversità dalla quale si può sempre imparare moltissimo. Perfino una donna forte e molto sicura di sé può migliorare. Eh già, a volte le debolezze altrui possono renderci migliori. Ci regaleranno l’opportunità di conoscere il fantastico mondo dell’empatia, cioè la capacità di ‘mettersi nei panni’ di qualcun altro. Da qui si dovrebbe partire per migliorare i rapporti con gli altri e per sperare in un mondo davvero migliore nel quale l’egoismo e l’egocentrismo non facciano da padroni.

Mamme non sottovalutatevi e prima di giudicarvi analizzate la vostra esperienza

Ho premesso, fin dall’inizio, che la maternità pur avendo delle peculiarità fisiologicamente uguali per tutte, ha delle infinite sfumature che la rendono unica per ognuna di noi. Di seguito elencherò alcune di esse, per far sì che si comprenda cosa voglio dire quando parlo di differenze e di poca comprensione fra le mamme. Cosa dobbiamo valutare quando abbiamo di fronte una neo mamma in difficoltà? E anche parlando con noi stesse, sarebbe meglio non fare confronti troppo stringenti ma piuttosto cercare consigli adatti alla nostra situazione familiare.

13 motivi per cui nessuno può permettersi di giudicare una mamma

1. Come è andato il parto? Un parto sereno rispetto ad uno difficile o d’urgenza fanno la differenza su moltissimi aspetti della maternità. Affrontare un parto naturale o un cesareo è già di per sé una variabile che porta le sue conseguenze sulla neo mamma. Se volete approfondire questo argomento, potreste leggere il mio articolo ‘Parto cesareo e naturale: le differenze, i pro e i contro‘.

2. In che struttura si è partorito? E’ inutile negare che ci sono strutture migliori nelle quali le neo mamme trovano un vero supporto e altre strutture nella quali sei solo un numero. La scelta del luogo dove partorire fa sempre la differenza sulla percezione positiva o negativa del parto. Per capire con quali criteri scegliere, leggete gli articoli dedicati ‘Dove partorire: l’importanza del reparto di neonatologia‘ e ‘Le migliori strutture per partorire Roma‘.

3. La salute della mamma e del bambino? Stare bene è fondamentale per vivere tutto più serenamente. Per una neo mamma avere un bimbo che, semplicemente, perde peso può essere fonte di vera ansia anche se nella maggioranza dei casi non c’è da preoccuparsi. Inoltre, il post parto provoca sempre delle difficoltà. Alcune donne hanno, purtroppo, la sfortuna di dover affrontare anche problemi di salute importanti e queste differenze incidono profondamente sulla visione generale della maternità. Del post parto si parla ancor troppo poco e le informazioni sono spesso troppo edulcorate. Se volete informarvi meglio sul tema, leggete anche ‘Il post parto: 10 cose da sapere

4. L’inizio dell’allattamento e il primo proseguimento sono andati abbastanza bene oppure ci sono stati dei problemi? La soglia del dolore è soggettiva e già le ragadi (per citare una delle possibili problematiche) potrebbero essere vissute diversamente da ognuna di noi. Poi potrebbe esserci un capezzolo piatto o introflesso, una quantità di latte eccessiva da provocare una mastite o al contrario una quantità ridotta che va stimolata. Anche qui le possibilità sono molte e a volte, ci sono anche i casi irrisolti. L’allattamento non è una scienza esatta e quindi qualcosa può sfuggire alle consuetudini. Ho scritto ‘La guida all’allattamento al seno, misto e con biberon‘ perché so quanto può diventare difficile questo momento. Cercare un aiuto competente potrebbe risolvere quasi tutti i problemi ma purtroppo le mamme non vengono mai informate su cosa fare in caso di difficoltà.

5. Arrivare a casa e sentirsi sole. Qui arriva uno dei nodi fondamentali dei problemi della maternità moderna. Una volta esisteva una fitta rete familiare fatta di donne (mamme, nonne, zie, sorelle ma anche ostetriche, balie…) che aiutava la neo mamma nel delicato compito di imparare a fare la mamma. Si preoccupavano di tutto il resto, delle faccende ma anche dell’accudimento del neonato per far riposare la mamma. Avevano esperienza sull’allattamento e potevano dare consigli per superare gli ostacoli. Insomma erano davvero preziose ma ora non ci sono più. Le nonne di oggi lavorano e lo faranno forse fino a 67 anni se andrà bene. Spesso le neo mamme vivono lontane dalle famiglie d’origine. Poi mettiamoci che le nonne di oggi, molto spesso, ne sanno meno di noi dell’allattamento materno perché hanno usato il latte artificiale. Prima le donne stavano in casa e difficilmente lavoravano… Potrei continuare all’infinito ad elencare i profondi cambiamenti che la rete familiare ha subito nel giro di circa 50 anni e le conseguenze sociologiche che ne sono scaturite. Mi limiterò a dire che se prima le donne avevano un vero aiuto in casa ora sono quasi sempre sole a far tutto e per questo sono enormemente stanche, piene di dubbi e insicurezze incolmabili.

6. Quanti figli hai? Quanti anni hanno? Forse si da poca attenzione a questa questione che invece è sostanziale. Avere due, tre o più figli è completamente diverso che averne solo uno, almeno sul piano pratico. L’arrivo del fratellino non è uno scherzo e va curato sotto vari punti di vista. Una mamma che ha più figli si trova molto spesso ad essere fisicamente impossibilitata a seguire solamente le esigenze costanti di un neonato, a meno che non abbia molti, ma molti, aiuti in casa. Poi ci sono le sfumature psicologiche e la gestione della praticità e anche qui potremmo parlare per ore. Se siete in attesa di un secondo bimbo o state pensando di averlo, leggete l’articolo dedicato a ‘Come gestire sensi di colpa e gelosia con l’arrivo del fratellino o sorellina‘.

7. Dove si vive? Abitare in una grande città dà determinate possibilità, vivere in un paesino è totalmente diverso. Ogni cosa ha i suoi pro e i suo contro ma la differenza c’è ed è spesso sostanziale.

8. Tipo di lavoro: come ovvio non tutti i lavori sono uguali, non tutti i lavori sono gestibili allo stesso modo, non tutti i lavori possono essere integrati e incastrati in maniera fluida e naturale con il nuovo status di mamma. Le differenze sono talmente tante che mi sembra davvero riduttivo e irrealistico mettere tutte le mamme lavoratrici sullo stesso piano. Una cosa è certa, in un paese come l’Italia fare la mamma e lavorare non è mai una passeggiata.

9. Capacità di comprensione e collaborazione del compagno/marito: la donna resta il fulcro della famiglia italiana e ha sulle spalle molte più responsabilità rispetto al passato. I papà di oggi sono molto diversi dai nostri ma hanno ancora molta strada da fare: sono all’ordine del giorno, situazioni nelle quali, oltre a non fornire un aiuto pratico, i papà finiscono per attentare alla precaria stabilità psicologica della mamma con richieste, giudizi e rimproveri. In alcuni post sul gruppo Le mamme di MestiereMamma sono saltati fuori scenari in cui papà sparano a zero frasi del tipo “Reagisci!”, “Non esagerare”, “Quando torni in forma?”, “Basta con le lamentele”, e chi più ne ha più ne metta. Sono situazioni in cui si finisce per sentirsi in maniera terribilmente sole. E non tutte abbiamo la forza e la capacità per tenere botta psicologicamente.

10. Capacità di comprensione della rete familiare e sociale che si ha attorno: allo stesso modo di quanto detto per i papà, la rete familiare e sociale può contribuire ad accrescere la pesantezza con atteggiamenti poco costruttivi e che finiscono per stressare oltremodo la mamma, che (e torniamo al punto 5) viene resa monca di un altro appoggio fondamentale in una fase così delicata. Costantemente registro lamentele di donne vessate dai giudizi di nonne, sorelle, amiche concentrate molto sui loro super poteri da mamme e poco o nulla sulle vere esigenze della neo mamma.

11. Possibilità economiche: tralasciando i discorsi triti e ritriti su quanto lo Stato non abbia messo in atto interventi utili per aiutare le famiglie, è inutile negare che la stabilità economica costituisca un fattore discriminante riguardo la serenità della mamma. Potersi almeno permettere un aiuto in casa, una babysitter o anche il pagamento della retta di un nido è per la maggior parte delle mamme italiane un’utopia. E dunque tutto lo stress familiare legato al faticoso ruolo dell’accudimento dei figli, della cura della casa ricade sulle donne. Mamme che, sempre più spesso, sono anche costrette a lasciare il lavoro (anche se mal pagato, non tutelato…) perché altrimenti non riuscirebbero né a seguire le esigenze famigliari né a coprire le spese necessarie per farsi sostituire. 

12. Sfera caratteriale e psicologica, della mamma e del bambino: questo punto non mi permetto di elaborarlo e svilupparlo, si entrerebbe in un mare magnum in cui le variabili e le sfaccettature sono infinite. Ma ognuna di noi è diversa, ogni bambino è diverso e dare dei giudizi basati sulla propria esperienza personale senza minima capacità di astrarre e non considerare le ripercussioni psicologiche delle proprie parole, è un errore troppo grave, che non commento nemmeno.

13. Esigenze di socialità, abitudini frustrate e intimità col partner: parliamoci chiaramente, diventare mamma è l’evento più bello che una donna possa desiderare ma è un turbinio di cambiamenti che in alcuni casi possono mettere in difficoltà. Una neo mamma è vessata da moltissime responsabilità e da uno scontro con la realtà, che per quanto immaginata è certamente diversa. Se aggiungiamo che spesso una donna deve rinunciare completamente al suo tempo libero, alla sua individualità, al suo lavoro e quindi alla sua indipendenza, economica e mentale, senza tralasciare che diventando mamme si perdono spesso anche molte “amicizie” (non per mancanza di affetto, ma per un cambiamento improvviso delle esigenze), ecco che il risultato è di nuovo lo stesso: la solitudine. Per ultimo cito il rapporto di coppia che ritengo alla base di una famiglia serena. Tra mamma e papà deve rimanere un’intimità tale da farli sentire ancora una coppia, anche dopo la maternità, e serve comprensione bipartisan. Facile a dirsi anche qui ma poi la realtà è purtroppo molto spesso diversa.

Mamme, i tempi cambiano ma noi siamo forti

Questi ’13 motivi per cui nessuno può permettersi di giudicare una mamma’ sono solo alcune delle miriadi di componenti che possono intervenire in questa fase. Il post parto e i mesi successivi sono dei periodi complessi. Essere genitori, oggi, è una grande scommessa. Ognuna di noi deve fare prima di tutto i conti con se stessa, con le proprie esigenze e aspettative. Prima di ogni altra cosa, ogni mamma deve trovare la sua serenità per poi poterla donare a tutta la famiglia.

La depressione post partum non è una leggenda metropolitana. Esiste davvero e può impadronirsi di noi donne in maniera silenziosa ed infima. Non mi addentro nel discorso perché non ne ho le competenze professionali. Mi limito ad invitare tutte noi a riflettere sull’importanza di prenderci cura di noi stesse. Riconoscere i nostri limiti e chiedere aiuto sono segnali di forza e non di debolezza. La vergogna è un sentimento che va tenuto lontano dal nostro ruolo genitoriale.

La forza delle mamme di quest’epoca di solitudine sta proprio qui: la capacità senza pari di essere resilienti, in grado perciò di vivere al massimo e affrontare con positività il bellissimo viaggio della maternità.

Avevo in mente un piano preciso prima di diventare mamma: me lo ero immaginato in ogni minimo dettaglio, costruendomi mentalmente e idealmente tutti gli step che avrei dovuto affrontare. Scontrarmi con la realtà, diventare mamma (e poi bis mamma) ha stravolto molte delle certezze che avevo costruito in 30 anni di esistenza. Mi sono sentita sola con tante paure e incertezze e poi pian piano, affidandomi ad eccellenti professionisti e insieme all’aiuto del mio compagno ho ricreato un nuovo equilibrio per me stessa e per la mia famiglia.

Il gruppo ‘Le mamme di MestiereMamma’ nasce per dare e ricevere una carezza da mamma a mamma. Per questo spero che il messaggio principale, il primo che deve arrivare a chi entra è che all’interno del gruppo, prima di tutto, si troverà una parola di conforto, non un giudizio. In questo vasto universo dei social che hanno soppiantato i rapporti face to face voglio con tutto il cuore portare un messaggio d’affetto a tutte le mamme che come me ce la mettono tutta per superare gli ostacoli della maternità.

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MM1982