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Malaria in Italia: il vaccino è in via di sperimentazione

Nel nostro Belpaese è tornata ad uccidere anche la malaria. Purtroppo a pagare il prezzo più alto di questo evento inaspettato è stata una bambina di quattro anni. Per rispetto del dolore della famiglia della piccola Sofia, non starò qui a raccontare i fatti in dettaglio.

Vorrei solo sottolineare il lato più inquietante di questo caso di malaria in Italia: non si sa ancora come possa averla contratta. Al momento sia i genitori che gli operatori medici hanno dichiarato che la bimba non ha avuto contatti con altre due bambine provenienti dal Burkina Faso, ricoverate nella stanza accanto alla sua.

In questi giorni son state messe delle trappole per zanzare nell’ospedale per capire se fossero ricomparse in Italia delle specie infettanti. Ma nulla, anche qui, per ora un buco nell’acqua. L’incubazione della malattia fa pensare che Sofia l’abbia contratta prima di entrare nell’ospedale di Trento.

La malaria in Italia e il vaccino che c’è ma è in via di sperimentazione

malaria in Italia

A questo punto viene normale chiedersi: e se ci fosse stato un vaccino?

La risposta lascia con l’amaro in bocca. Il vaccino c’è e da qualche mese è in via di sperimentazione in tre paesi africani (Kenya, Ghana e Malawi). In Africa le morti infantili per malaria sono all’ordine del giorno. Nonostante sia una malattia ‘antica’ ancora nulla o poco è stato fatto per debellarla.

L’OMS (organizzazione mondiale della sanità) conta di vaccinare circa 360.000 bambini tra il 2018 e il 2020.

Una riflessione profonda sull’importanza dei vaccini e sul dovere etico di creare una rete medica egualitaria in tutti paesi del mondo è d’obbligo. La morte dovrebbe avere lo stesso peso ovunque. E invece purtroppo non è così.

Solo ora il mondo occidentale scende dalle nuvole e rammenta che di malaria si muore. Che i bambini muoiono. E questo è semplicemente inaccettabile. Se il vaccino anti-malaria fosse stato sperimentato prima, considerando che i tempi c’erano data la longevità di questa malattia, ora il mondo non avrebbe dovuto affrontare la paura di un ritorno del virus anche in zone sicure.

Per sicure intendo quei paesi in cui la malaria era scomparsa da decenni. I medici dell’ospedale di Trento, in cui era ricoverata Sofia, dichiarano che un virus autoctono non si vedeva da trent’anni.

Nella speranza che venga presto chiarita la causa del contagio, auguriamoci che il vaccino sperimentale sia efficace e che possa essere somministrato su larga scala al più presto. E soprattutto non sottovalutiamo la profilassi antimalarica in caso di viaggi all’estero nei paesi a rischio.

Insomma, se ci fosse stato un vaccino, la malaria sarebbe debellata da anni. E anche i bambini dei paesi del sud del mondo, non morirebbero più. E Sofia sarebbe ancora felice insieme alla sua famiglia.

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