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Ritardo del linguaggio nei bambini: come aiutarli e cosa fare

Ogni bimbo è fatto a modo suo esattamente come ogni adulto. Ha i suoi tempi per comunicare con gli altri, per aprirsi al mondo esterno. Molto dipende da fattori genetici e personalissimi. Quindi prima di mettersi in ansia per un supposto ritardo del linguaggio è bene considerare alcune cose e fare delle giuste valutazioni. Con questo articolo speriamo di aiutarvi in questa analisi importante. Vedremo come può manifestarsi il ritardo del linguaggio nei bambini e, soprattutto, come aiutarli.

Quando si può parlare di un ritardo del linguaggio nei bambini

I bambini si sviluppano a ritmi diversi, ma di solito sono in grado di fare determinate cose a determinate età. Di seguito sono riportate le tappe generali dello sviluppo. Naturalmente sono solo delle linee guida, che non vogliono essere né esaustive né complete.

  • Entro 1 anno la maggior parte dei bambini risponde al suo nome, saluta, guarda dove gli si dice di guardare, borbotta suoni. C’è una certa interazione, forse riuscirà a dire almeno una parola.
  • Tra 1 e 2 anni la maggior parte dei bambini segue semplici comandi come, per esempio, ‘apri la bocca’ o ‘fai ciao’. All’inizio il bambino imiterà i gesti del genitore nel fare queste cose. Successivamente sarà sufficiente il linguaggio verbale. Per esempio, quando il genitore gli chiederà di indicargli delle cose, tipo ‘dov’è il naso?’ o ‘dov’è la bocca?’
  • Entro i 2 anni la maggior parte dei bambini indica molte parti del corpo e oggetti comuni, alcune immagini nei libri. Può essere in grado di dire da 50 a 100 parole e farsi capire seppur non parlando ancora. Non allarmatevi se ancora non pronuncia bene. Prestate attenzione alla comprensione dei concetti che vuole esprimere.

Quando si può parlare di ritardo del linguaggio nei bambini? Cosa occorre valutare per comprendere se tutto sta andando per il meglio o se invece è opportuno consultare uno specialista? Ci sono alcuni segnali a cui bisogna prestare attenzione per capire, ad esempio, se esiste una certa difficoltà nell’interazione. Ecco alcuni segnali: il bambino non sembra rendersi conto se il genitore o qualcun altro è nella stanza, non sembra notare alcuni rumori, preferisce giocare da solo, sembra sempre essere nel suo mondo. Un altro aspetto da tenere presente è una certa difficoltà di comprensione, come il non rispondere a certe richieste. Un’altra difficoltà a cui prestare attenzione è l’uso di poche parole rispetto a quelle che già dovrebbe essere in grado di utilizzare. Per esempio se a 2 anni il bambino usa meno di 10 parole potrebbe esserci un problema.

Anche il mutismo può essere un campanello d’allarme. Ci sono due tipi di mutismo nei bambini: il mutismo primario, cioè quando un bimbo di 2 anni non ha mai detto una parola, e il mutismo secondario che si manifesta quando avviene una regressione. Da che il bambino parlava improvvisamente smette di farlo. Quando un bambino smette di parlare o di fare una cosa che prima era solito fare ci potrebbero essere dei problemi a livello uditivo o in altre aree neurologiche che stanno compromettendo il naturale sviluppo del linguaggio, quindi è bene investigare per risolvere il prima possibile la causa.

Il ritardo del linguaggio nei bambini: come aiutarli

I ritardi vocali semplici sono talvolta temporanei. Possono risolversi da soli o con un piccolo aiuto extra dalla famiglia. Esiste una terapia chiamata Parental Training che, in poche sedute (sono colloqui con i genitori e interazione con il bambino mentre gioca), può risolvere il ritardo del linguaggio nei bambini.

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Questi interventi sono molto efficaci nei casi in cui il ritardo nel linguaggio sia causato da temporanei cambiamenti che il bimbo vive con malessere, come ad esempio l’inserimento a scuola, cambiamenti nell’orario di lavoro dei genitori e così via. Oppure nel caso in cui il ritardo del linguaggio sia causato da “errori involontari” compiuti dai familiari nello stimolare adeguatamente quello specifico bambino. Ecco una lista degli errori più banali che un genitore può inavvertitamente compiere ritardando il linguaggio nel suo bambino:

  • usare un linguaggio troppo complesso,
  • anticiparlo quando deve esprimersi,
  • fargli pressione perché parli a tutti i costi,
  • avere ansia da prestazione.

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Ansia da prestazione: un nemico temibile

Molto spesso un genitore proietta sul proprio bambino la sua realizzazione. Se il bambino eccelle, il genitore si gratifica perché verrà giudicato dalla società come un bravo genitore. Mentre un fallimento del figlio viene percepito come fallimento del genitore. Naturalmente va da sé che questa ansia da prestazione dei genitori può essere destabilizzante per il bambino, assoggettandolo a notevoli pressioni. Ancora molto piccoli potrebbero essere sottoposti a troppe attività didattiche che, invece di stimolarlo potrebbero inibirlo.

Il disturbo del linguaggio non è in sé una patologia, nella maggioranza dei casi si risolve da solo. Essere genitori in questo mondo complesso non è facile. Aiutiamo i nostri figli evitando di essere troppo ansiosi ma piuttosto lasciamoli liberi di esprimere la loro personalità rispettando i loro tempi!

Amore e attenzioni di mamma e papà: la cura a tutti i mali

Alcuni ritardi del linguaggio sono segnali evidenti di qualcosa di più complesso che necessita dell’intervento di specialisti. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, il ritardo del linguaggio è una sorta di richiesta di attenzioni. Spesso, i nostri figli, per svariati motivi potrebbero aver bisogno di maggior pazienza, tempo da dedicare, coccole…

La mia seconda figlia, nata prematura, e con una sorellina maggiore di soli 15 mesi ha manifestato un ritardo del linguaggio, soprattutto nella pronuncia. Piuttosto che farci prendere dall’ansia, abbiamo cercato di capire cosa ci fosse dietro. Osservandola abbiamo capito che sono vari i fattori. Abitudine a parlare troppo velocemente, volendo formulare frasi troppo complesse rispetto al lessico e alle capacità di pronuncia; insicurezza rispetto alle capacità della sorella maggiore; necessità di attirare l’attenzione su di sé.

Dopo aver capito queste dinamiche, abbiamo deciso di fare più attenzione quando sta parlando. Chiediamo alla sorella che rispetti i suoi tempi. La coccoliamo ancor di più. Leggiamo moltissime storie. Cerchiamo di non distrarci mai e di evitare situazioni del tipo “aspetta ora ho da fare”. Da quando le diamo più attenzioni la situazione migliora di settimana in settimana e lei è molto felice di sapersi esprimere meglio. Dunque più autostima e miglioramento del linguaggio.

Date fiducia a vostri figli ma soprattutto dedicate loro tanto tempo e di qualità!

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