Figli

Svezzamento o autosvezzamento? Linee guida OMS e buon senso

Lo svezzamento dei neonati così come l’allattamento è un tema sempre molto dibattuto. Attraverso il gruppo di riferimento al mio blog, Le mamme di MestiereMamma, ho constatato che spesso questi argomenti creano delle discussioni feroci.

Molte mamme sono convinte di avere il segreto per uno svezzamento corretto. Altre sono certe che i pediatri ne capiscano poco a riguardo. Poi c’è chi segue alla perfezione le linee guida dell’ OMS (organizzazione mondiale della sanità) e chi invece preferisce l’autosvezzamento.

Io sono mamma di due bambine, Alice quasi tre anni e Susanna 18 mesi. Non posso considerarmi un’esperta di bambini ma dal mio piccolo posso sicuramente avvalorare la tesi che ogni bimbo è a se. Per questo trovo controproducente accanirsi su una teoria o sull’altra, perché spesso i nostri figli decidono da soli come svezzarsi. Voglio specificare che sono fan di nessuna teoria ma ho attraversato due svezzamenti e credo di aver fatto degli errori. Per questo ci tengo ad affrontare il tema senza pregiudizi ma pensando a cosa potrebbe essere meglio per ogni bimbo.

svezzamento

Mi sono convinta che una mamma deve avere prima di tutto buon senso. Deve capire il proprio bambino per poterlo accompagnare del modo giusto ai cambiamenti che la crescita impone. Ovviamente il buon senso non basta ed è necessario informarsi, molto ed approfonditamente. E soprattutto è importante trovare una guida, una figura di riferimento, cioè un bravo pediatra.

Detto ciò passiamo alla teoria e dunque alle linee dell’OMS riguardo allo svezzamento. Elencherò alcuni punti ai quali mi permetterò di aggiungere delle considerazioni. Ovviamente l’OMS ha ragione su tutto e nelle righe delle sue raccomandazioni si può anche leggere che il range sui tempi e sulle modalità dello svezzamento può subire delle leggere modifiche. Ma queste variazioni spesso non piacciono ad alcune mamme che insistono nel voler divezzare tutti i bimbi allo stesso modo. Trovo che alcuni comportamenti siano irrispettosi sia nei confronti delle mamme che a volte si trovano in difficoltà perché il proprio bimbo non segue le regole precise e si preoccupano che qualcosa non vada. Ma trovo che sia una mancanza di rispetto soprattutto verso i bambini, ritenuti più bambolotti che persone.

Svezzamento e allattamento al seno fino a 6 mesi

svezzamento

Questo è il principio fondamentale delle linee OMS. L’esclusività del latte materno è certamente da condividere ed è anche una battaglia da portare avanti in tempi in cui si smette troppo presto di allattare e a volte per motivi futili o per mancanza di aiuto. Tuttavia, come sempre, potrebbero esserci delle eccezioni. Per svariati motivi, la mamma potrebbe non riuscire a portare avanti l’allattamento esclusivo (troverai maggiori informazioni su questo tema nella guida completa dell’allattamento al seno e con biberon). Il bambino potrebbe manifestare prima dei sei mesi la volontà di assaggiare anche altri alimenti. Nel caso in cui nostro figlio smettesse di prendere il latte necessario per una giusta crescita, ci sarà ben poco da fare se non iniziare lo svezzamento un po’ prima. In ogni caso non sarà possibile farlo prima della 17esima settimana perché il neonato non avrebbe ancora la capacità di deglutire cibi ‘solidi’ seppur tritati. Quando possibile è consigliato continuare l’allattamento materno fino ai due anni. Chiaramente man mano le poppate diminuiranno fino a ridursi alla sola ‘colazione’.

Svezzamento: da cosa e quando iniziare

Dopo i 6 mesi, il latte non è più sufficiente a soddisfare le esigenze nutritive dei bambini. Tuttavia, sia l’OMS che i pediatri consigliano di introdurre gradualmente i vari cibi. Si parte quasi sempre da alcuni frutti, grattati o omogeneizzati. Pera e mela per prime e poi anche banana e prugna. Lo stomaco dei bimbi deve abituarsi pian piano ai cibi solidi che necessitano di tempi più lunghi di digestione. Anche il senso di sazietà cambierà e sarà normale che loro possano lasciare molta pappa all’inizio del divezzamento. Dopo i primi giorni, durante i quali hanno iniziato a mangiare un po’ di frutta come spuntino, si procederà con la sostituzione del pranzo. Le prime pappe saranno composte di:

  • 150-180 ml di brodo vegetale: prima settimana solo patata e carota e poi anche zucchina. Per altre verdure, anche a foglia larga sarà meglio attendere almeno un mese. Usare solo il brodo.
  • 3-4 cucchiai di crema di riso e mais e tapioca. Dopo i sei mesi anche crema ai multicereali, semolino e poco dopo anche pastina.
  • mezzo omogeneizzato da 80 gr oppure 20-30 gr di carne bianca (pollo, coniglio, tacchino e agnello). Dopo circa un mese anche vitello e manzo.
  • 1 cucchiaino di olio extra vergine di oliva
  • 1 cucchiaino di parmigiano

Raccomandazioni per le prime pappe

Fino a circa un anno di vita, i pediatri sconsigliano l’uso del sale perché già presente in quantità sufficiente negli alimenti usati per la pappa. Sconsigliato anche l’uso dello zucchero e di bevande a base di esso, soprattutto con la comparsa dei dentini. Durante i pasti sarà necessario proporre solamente acqua. Le primissime pappe potrebbero essere formate anche solo di brodo, cereali, olio e parmigiano. Iniziate le pappe, a merenda si potrà proporre della frutta, uno yogurt intero, un piccolo frullato. Se lo svezzamento inizierà al quarto mese sarà necessario continuare a dare il seno o il biberon con la giusta quantità di latte.

Svezzamento dopo i 6 mesi e pappa serale

svezzamento

L’inizio della pappa serale dipende molto da quando si è iniziato lo svezzamento. E ovvio che, come già detto, ogni bambino avrà i suoi tempi. Tuttavia, capita raramente e solo in alcuni casi specifici che i neonati comincino contemporaneamente la pappa sia a pranzo che a cena. Normalmente, circa un mese dopo, per chi svezza a 6 mesi, e un mese e mezzo o due dopo per chi svezza a quattro mesi. La pappa serale avrà la stessa composizione di quella diurna ma si potranno introdurre, sempre gradualmente, anche altri cibi.

  • 150-180 cl di brodo vegetale: a seconda dell’età anche verdure a foglia larga, fagiolini, zucca. Per il pomodoro sarà meglio attendere uno svezzamento più avanzato, intorno all’ottavo mese. Frullare le verdure e aggiungerne due cucchiaini al brodo.
  • 3-4 cucchiai di cereali: alternare le creme tra pranzo e cena ed introdurre la pastina.
  • mezzo omogeneizzato da 80 gr oppure 30 gr (aumentando le dosi in base all’età) di carne o di pesce
  • 3 volte a settimana mezzo vasetto di formaggino e dagli otto mesi circa anche il formaggino normale e anche ricotta o altri formaggi freschi e morbidi.
  • 1 volta a settimana un uovo: per iniziare solo albume e poi intorno agli otto mesi anche il tuorlo.

Raccomandazioni per uno svezzamento completo

Intorno agli otto mesi si potranno introdurre anche i legumi, passati nel brodo e tritati oppure proposti come ‘zuppa’. Per il pesce sarà meglio iniziare con nasello e merluzzo e poi anche sogliola, spigola, orata… Continuare a dare il latte materno o il biberon per circa 2-3 poppate al giorno. Il latte vaccino non si introduce mai prima dell’anno e varia molto a seconda del bambino. Il pediatra saprà consigliare cosa fare. Per la merenda si potrà procedere come già detto nelle raccomandazioni precedenti. Dagli otto mesi circa si può proporre anche il latte con i biscotti. Mi sento di dire che spesso vedo un uso troppo massiccio di questi biscottini, dati ad ogni ora e messi nel biberon di tutte le poppate. Personalmente, sotto consiglio del pediatra, ho iniziato molto tardi a darli alle mie figlie perché altrimenti lasciavano spesso il latte che invece ha dei valori nutrizionali più necessari rispetto ad un biscotto.

Svezzamento dopo il primo anno

Quasi tutti i bambini, al compimento del primo anno, iniziano a mangiare quasi come gli adulti. La carne, le verdure, i legumi e il pesce non hanno pressoché limitazioni di specie. Tuttavia, ancora non hanno i molari e quindi non riuscirebbero a masticare. Alcuni bambini dai 15 mesi in poi riescono già a deglutire piccoli pezzetti di cibo. Altri invece preferiscono ancora le pappe cremose. Non forzare mai una fase di crescita è una regola base in materia di bambini. Intorno ai tre anni, chi prima e chi dopo, tutti avranno raggiunto gli stessi traguardi. Questo vale per l’alimentazione come per tutte le altre attività. Ci sono bambini che ha 18 mesi già vogliono mangiare da soli e quando possibile sarà meglio lasciarli fare. Preparare il cibo in pezzettini piccoli e controllare che non ne mettano troppo in bocca.

Autosvezzamento o meglio alimentazione complementare a richiesta: quando, come e perché

svezzamento

Ora passiamo la parola all’autosvezzamento  e vediamo cosa cambia rispetto al divezzamento classico. Praticamente è un approccio completamente diverso all’avvicinamento al cibo. Se visto dal punto di vista della personalità del bambino, è certamente una pratica più rispettosa. Ma non sempre è la giusta scelta. Tutto dipende dal bambino.

Vediamo i punti salienti dell’autosvezzamento:

  1. No alle pappe, sì agli assaggi: nessuna preparazione specifica per il lattante ma piccole quantità di cibo degli adulti, cucinato in modo leggero e salutare. Ovviamente sminuzzato o schiacciato. Alcuni alimenti si possono far ciucciare ma tutto deve avvenire sotto gli occhi attenti dei genitori.
  2. Quando?: sicuramente dopo i sei mesi e soprattutto quando il bimbo sarà in grado di star seduto da solo con la schiena ben dritta e di deglutire non solo liquidi. Quando avrà perso il riflesso di estrusione e quando dimostrerà interesse per il cibo solido. Dovrebbe anche già essere in grado di scegliere dicendo sì o no e di prendere il cibo da solo.
  3. Allattamento: il latte resterà l’alimento principale fin quando il bambino non dimostrerà di voler assaggiare altri cibi. Poi pian piano, verrà diminuito in maniera naturale perché gli assaggi saranno sempre più consistenti fino a diventare dei pasti.

La  mia esperienza e le mie considerazioni riguardo lo svezzamento

Partendo dal presupposto che la mamma è un mestiere davvero molto difficile e che la verità assoluta è irraggiungibile quando si ha a che fare con i bambini, vi racconterò come è andato lo svezzamento delle mie figlie.

Svezzamento di Alice

Con la primogenita, ho seguito le classiche raccomandazioni del classico divezzamento. Tutto sembrava filare liscio fino alle pappe. Poi, quando è stato il momento di passare ai cibi solidi, sono arrivati i problemi. Non è mai stata una mangiona, però i suoi pasti erano quasi sempre regolari. Ora ha quasi tre anni e oltre a mangiare lo stretto indispensabile è anche molto selettiva. Le ho provate tutte e nonostante abbia quotidianamente il nostro buon esempio, lei si rifiuta quasi sempre di assaggiare cibi nuovi.

Ovviamente mi sono colpevolizzata pensando di aver iniziato troppo presto con le pappe (intorno a 5 mesi, solo a pranzo). E mi sono colpevolizzata anche al contrario. Cioè, avrò iniziato troppo tardi a lasciarla assaggiare le nostre cose? Lei, però, non ha mai dato cenni di voler mangiare le nostre cose e quando è capitato, ovviamente non abbiamo rifiutato la sua richiesta. E quindi, cosa è successo?

Una risposta reale non l’avrò mai. Il pediatra ci rassicura, dicendo che alcuni bambini hanno un approccio più conflittuale con il momento del pasto. In effetti, Alice ha smesso di avere interesse per il cibo quando ha iniziato a camminare. Prima o poi mangerà tutto, l’importante è non essere ansiosi e non forzarla.

Non nego che è molto dura vederla rifiutare sempre le mie proposte. Ma spero che presto qualcosa cambi.

Svezzamento di Susanna

La piccola di casa è nata a 35 settimane e quindi lo svezzamento è stato posticipato leggermente. A sei mesi abbiamo iniziato la pappa e lei è stata subito propensa al cambiamento. Ora ha 18 mesi e praticamente ha assaggiato tutto.

Con lei da circa 5 mesi ho intrapreso una specie di autosvezzamento. Cerco di cucinare cose poco condite, così che se lei vuole mangiarle, può farlo tranquillamente. Raramente mangia ancora la pastina, perché gradisce pezzetti di cibo più grandi, nonostante non abbia ancora i molari.

Insomma, più o meno ho avuto lo stesso approccio allo svezzamento eppure ho avuto due risultati completamente diversi. D’altronde le mie figlie sono sorelle ma sono diverse fra loro e sono diverse a tutti gli altri bambini del mondo. Io da mamma avrò sbagliato certamente qualcosa ma non so nello specifico cosa.

Il bello dei figli è che nonostante l’impegno costante riescono sempre a far saltare i piani. Per questo non mi piacciono le generalizzazioni che potrebbero ferire altre mamme come me. Come ho già avuto modo di dire in altri articoli e post dedicati ad altri temi, come l’allattamento, ogni maternità presenta delle peculiarità uniche. E purtroppo a volte le cose non vanno come si vorrebbe. L’importante è affrontare il nostro ruolo con impegno e serietà. Solo la superficialità è bandita. Per tutto il resto ci vuole pazienza, comprensione e ancora pazienza. Ce la faremo, mamme!

Se vuoi raccontarmi la tua esperienza, ti aspetto sul gruppo Facebook Le Mamme di MestiereMamma!

Potrebbe piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *